Italian green design: i principi da cui muove la concezione di ecobuilding

Il termine “green design” cattura per la prima volta l’attenzione degli addetti ai lavori nel settore dell’architettura nel 1973. È in quell’anno che lo scrittore e filosofo tedesco Ernst Friedrich Schumacher introduce una concezione di abitare slegata dalle convenzioni antropocentriche fino ad allora mai messe in discussione. In pochi anni, la necessità di progettare strutture con un impatto ambientale limitato diventa un vero e proprio dogma per le avanguardie dell’architettura e del design.

Green interior design e sostenibilità dell’abitare

Sotto l’etichetta di ESD (Environmentally Sustainable Design) ritroviamo, oggi, una serie di sviluppi tecnologici mirati a migliorare la sostenibilità degli edifici. Le strutture che appartengono alla categoria dell’architettura sostenibile sono chiamate a raggiungere una serie di standard che implicano un minor impatto ambientale, fra questi: efficienza energetica; qualità e durata nel tempo dei materiali; impiego di prodotti riciclabili; rinnovabilità dell’edificio. 

Biophilic design e cura degli spazi verdi

Il Biophilic design è l’ultimo tassello di un’architettura che sente l’obbligo di rispettare l’ecosistema e che comprende come la missione ambientalista migliori le condizioni di benessere di coloro che abitano le strutture. Giardini verticali, terrazzi, aree green: l’integrazione di un ambiente naturalistico all’interno degli edifici migliora la qualità della vita e non solo, crea aree di benessere psicofisico all’interno di aree di lavoro. Dalle più note aziende, fino alle start up comprendono quanto sia importante un ambiente a misura d’uomo e green

Il bonus verde e le iniziative di sensibilizzazione sono la prova di quanto le istituzioni e la società credano sempre di più all’esigenza di un’architettura capace di dialogare con l’ambiente.

 

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